Nascita e Sviluppo

NASCITA E SVILUPPO DELLA TAVOLA DELLA PACE E DELLA COOPERAZIONE


Per descrivere il percorso che ha portato, il 4 luglio 2007, alla costituzione della Tavola della Pace e della Cooperazione così come oggi si presenta, suggeriamo la lettura dell’articolo di presentazione del n. 11 dei Quaderni Satyagraha firmato dall’autore Pietro Pertici e che riportiamo qui di seguito.
 

Come un territorio si apre al Mondo. 
Storia esemplare della Tavola della Pace e della Cooperazione della Valdera.
Pietro Pertici


Non è un caso che il Forum nazionale sulla nonviolenza attiva in marcia, il primo del genere realizzato in Italia nel 2005, e di cui questo quaderno pubblica i risultati, sia stato pensato e realizzato a Pontedera, cittadina della provincia di  Pisa. 
Perché proprio a Pontedera, e non a Pisa? 
Per rispondere è necessario comprendere la storia e le peculiarità della Tavola della Pace e della Cooperazione che opera nel territorio di Pontedera e della Valdera, ricostruendo il contesto in cui è avvenuta la sua istituzione e conoscendo più da vicino l’ispirazione ideale che ha animato i suoi promotori.
 
Come è nata la Tavola della Pace e della Cooperazione
La Tavola della Pace e della Cooperazione, che nel prosieguo sarà chiamata per brevità Tavola, fu pensata ed istituita grazie all’intesa fra due persone da sempre impegnate nel campo della solidarietà e della pace, Daniela Pampaloni, pedagogista e dirigente scolastica, fondatrice dell’Associazione Culturale Crescere Insieme e Renzo Maffei, prestigioso dirigente nazionale dell’Arci Ragazzi e fondatore dell’associazione Saalam Ragazzi dell’Olivo.
Il loro progetto mirava a valorizzare la presenza a Pontedera di numerose associazioni del volontariato solidale, offrendo loro un luogo istituzionalmente riconosciuto in cui confrontare le rispettive esperienze e concorrere insieme, con idee e proposte nuove, a realizzare progetti e iniziative capaci di coinvolgere i giovani e i più larghi strati della popolazione locale sui temi della guerra e della pace.
Il primo passo si concretizzò allorquando Daniela Pampaloni ricevette la delega di assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Pontedera nel giugno 1999, a seguito delle elezioni del nuovo sindaco e del consiglio comunale. Non appena insediatasi nel nuovo ruolo istituzionale, Daniela volle che il Consiglio assumesse subito una forte impronta pacifista, aderendo al Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace, con l’iscrizione di Pontedera fra le Città per la Pace, e avviando l’istituzione della Tavola della Pace e della Cooperazione, attraverso la più ampia  consultazione delle associazioni che ne sarebbero diventate protagoniste e ne avrebbero assunta la gestione.

Le esperienze fondanti che hanno preceduto e accompagnato la nascita della Tavola
Spesso la cultura della nonviolenza è come un fiume carsico. Sembra scomparsa, dimenticata, ma poi misteriosamente ricompare. Così è avvenuto che a Pontedera, attraverso l’attività di Daniela Pampaloni, sia tornato a rivivere lo spirito dei grandi maestri della nonviolenza che Daniela aveva incontrato, giovane studentessa alla facoltà di Magistero dell’Università di Firenze, partecipando attivamente al Gruppo Universitario Studenti e Insegnanti di Applicazione Scolastica (GUSIAS), promosso da Idana Pescioli, prorompente fautrice della nonviolenza attiva, discepola di Aldo Capitini, nonché amica di tanti fautori della nonviolenza come Pio Baldelli, Danilo Dolci, Ernesto Balducci.
Dunque, si diceva, la Tavola ha avuto origine dall’entusiasmo di Daniela Pampaloni e Renzo Maffei, traendo alimento dall’ humus della cultura nonviolenta presente in Toscana nei decenni scorsi. Entrambi, inoltre, coltivavano una spiccata vocazione internazionalista e un immenso amore per l’infanzia che soffre, operando attivamente Daniela a sostegno dei bambini saharawi e Renzo di quelli palestinesi.
Fin dal 1994 l’associazione Crescere Insieme, di cui Daniela Pampaloni è stata la fondatrice, ha concretizzato la propria vocazione solidaristica aderendo al Coordinamento Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi e promovendo la partecipazione di altre associazioni locali e dei Comuni del territorio provinciale alle campagne per l’ospitalità e la cura di centinaia di bambini che ogni anno arrivano in Italia per essere ospitati e curati nei mesi estivi. 
Contemporaneamente si sviluppava l’altra importante esperienza dell’Associazione Salaam Ragazzi dell’Olivo, “creatura” dello spirito generoso e solidale di Renzo Maffei, attiva con  la campagna per l’affido a distanza di bambini palestinesi. Rimandiamo chi vorrà saperne di più alla lettura in questo stesso Quaderno dell’articolo dedicato a Salaam Ragazzi dell’Olivo.

Lo sviluppo della Tavola della Pace e della Cooperazione dal 2000 al 2004
La delibera del Consiglio Comunale di Pontedera approvata il 23 agosto 1999 attribuì alla Tavola: 
il compito di promuovere la cultura della pace, della nonviolenza e dei diritti umani mediante iniziative culturali, di ricerca, di educazione e di informazione, di cui saranno chiamati a far parte, a titolo di volontariato e tramite adeguate forme di pubblicità, rappresentanti di associazioni ed enti, nonché privati cittadini, impegnati sui terreni della pace, della nonviolenza e dei diritti umani. 
Le associazioni fondatrici della Tavola furono, insieme al Comune di Pontedera: l’Agesci, l’Arci Cooperazione e Sviluppo, l’Arci Nuova Associazione, l’Arciragazzi, l’Associazione Crescere insieme, il Gruppo Missionario Parrocchia Sacro Cuore e Parrocchia San Giuseppe, Ya Basta!, Legambiente, Movimento Shalom, Salaam Ragazzi dell’Olivo, l’Associazione Senza Confini.
Da quel momento, operando in piena autonomia secondo lo spirito della delibera comunale, la Tavola ha promosso l’allargamento del numero dei soggetti aderenti ed è cresciuta sviluppando in modo dinamico e creativo i compiti e le finalità che le sono state affidate dal consiglio comunale, anche andando oltre l’idea che ne avevano avuto i primi promotori. 
L’impronta di quello che sarebbe stato il percorso della Tavola fu impressa nel corso dell’assemblea di insediamento, in cui, nel momento di accettare la proposta di assumerne il coordinamento, presentai la piattaforma programmatica consistente nel progetto di fare della Tavola un luogo di mobilitazione di energie presenti sul territorio per realizzare attività e iniziative che non ricalcassero quelle, pure ottime, che già facevano le singole associazioni aderenti, ma che elevassero il livello della partecipazione dei giovani e dei cittadini al processo di promozione della cultura della pace. 

La Cooperazione internazionale promossa dalla Tavola
A differenza delle analoghe “Tavole” promosse da molti enti locali democratici italiani, la Tavola della Valdera ha voluto includere nel proprio programma alcune attività specifiche di solidarietà internazionale, realizzando progetti di cooperazione aventi alcune caratteristiche particolari. Di qui il fatto di unire nella propria denominazione alla parola pace quella della cooperazione. 
La prima caratteristica significativa consiste nel fatto di intendere l’attività di cooperazione non come espressione di tipo meramente solidaristico, né, tanto meno, caritatevole, ma come azione strettamente connessa con i programmi di educazione alla cultura della pace, intesa e praticata come presa di coscienza e assunzione delle responsabilità che gravano sulle nostre spalle di europei facenti parte di quel venti per cento dell’umanità che non disdegna guerre e violenze per accaparrarsi l’ottanta per cento delle risorse mondiali.
 La seconda caratteristica consiste nella pregiudiziale per cui il contenuto e la destinazione dei progetti non assumano mai il carattere di supporto, più o meno camuffato, a politiche di guerra o di fiancheggiamento degli eserciti occupanti i territori altrui. Ne discende, come corollario, che le attività di cooperazione progettate o realizzate tramite la Tavola devono opporsi radicalmente, senza se e senza ma, a qualsiasi giustificazione dell’uso della violenza e della guerra, smascherando le ipocrite ed interessate motivazioni usate in anni recenti in nome delle guerre umanitarie, delle guerre per la democrazia, delle guerre contro il terrorismo o contro le armi di distruzione di massa.

I progetti di cooperazione nell’area del Balcani 
Tutti gli interventi di cooperazione effettuati tramite la Tavola nell’area dei Balcani sono stati perfettamente conformi ai principi precedentemente affermati. Ne è un esempio lampante l’azione progettata e realizzata nel comune di Kursumlija, Serbia meridionale, all’indomani della guerra del Kossovo scatenata dalla Nato contro la Serbia, a cui ha partecipato anche l’Italia, contravvenendo al dettato costituzionale e alle normative che stanno alla base della stessa Nato.
La genesi stessa di questo progetto trae origine da una esperienza personale, che ha costituito uno dei motivi per cui, successivamente, mi fu proposto di assumere il ruolo di coordinatore della Tavola. Infatti nell’agosto 2000, proprio all’indomani della guerra del Kossovo, partecipaì come volontario ad alcuni campi di lavoro realizzati e gestiti nella Serbia meridionale dal Consorzio Italiano di Solidarietà (Ics). Fu in quella circostanza che entrai in contatto con la realtà dei campi di profughi serbi che nel corso degli  anni novanta erano stati, mano a mano, cacciati con la forza dalla Croazia, dalla Bosnia e dal Kossovo. Centinaia di migliaia di persone fuggite dalle violenze e dalla guerra, delle quali in “occidente” nessuno parlava poiché, a differenza dei profughi di nazionalità albanese, che “invadevano” l’Europa e l’Italia, i profughi serbi si sono quasi totalmente rifugiati nei residui territori rimasti sotto la sovranità della ex Jugoslavia. Migliaia e migliaia di famiglie senza casa e senza lavoro, accampate in varie aree della Serbia e, soprattutto, nelle  regioni meridionali. Fu così che nacque l’idea del primo intervento a favore dei bambini e degli adolescenti del Campo profughi di Selova, nel territorio della Municipalità di Kursunlija, che si trova a ridosso del confine orientale del Kossovo. Con i fondi erogati dal Comune di Pontedera e con il contributo dell’Istituzione Centro Nord Sud e della Regione Toscana è stato realizzato un centro di recupero e di educazione per i bambini e gli adolescenti di quel campo profughi di trecento anime, sistemate nelle baracche di un cantiere dismesso, in condizioni di promiscuità e di rischio per la dignità e la salute fisica e mentale dei profughi, soprattutto dei bambini, a danno dei quali non erano mancati casi di violenza psicofisica. 
Il centro di educazione istituito su progetto della Tavola, dotato della strumentazione per una mediateca, ha costituito un importante fattore di recupero e di crescita per tutta quella piccola comunità. A quel primo intervento ne sono seguiti altri a favore della biblioteca di Kursumlija, interventi per i quali hanno fornito il loro contributo anche i Comuni della Valdera associati alla Rete provinciale delle Biblioteche, chiamata “Bibliolandia”. A questo proposito mi sembra utile fornire alcune spiegazioni sull’importanza e sul ruolo strategico svolto dalla Biblioteca mnel sostenere lo sviluppo culturale della popolazione. Bisogna, infatti, tenere presente che, oltre i normali servizi librari, la biblioteca ha una funzione di centro culturale per tutta la vasta municipalità. Essa è, praticamente, il cuore e il centro motore che garantisce l’aggregazione sociale in una situazione di isolamento economico e geografico. Infatti, a causa della sua posizione geografica (geopolitica), delle sue dimensioni, dei suoi problemi demografici e di sviluppo, la Municipalità di Kursumlija ha caratteristiche che la qualificano come area di importanza speciale per la Repubblica di Serbia. Situata al limite estremo sud, durante e dopo la guerra del Kossovo, con la conseguente chiusura dei confini, si è ritrovata isolata dal resto del mondo e la sua economia è precipitata nella depressione contrassegnata dai seguenti problemi: sottosviluppo economico, presenza di numerosi profughi da sfamare provenienti dalle aree di guerra, e, per contrappunto altrettanto negativo, la forte emigrazione degli abitanti autoctoni, anche a causa delle continue azioni di violenza subite nelle aree di confine. Questi fattori negativi hanno reso la sopravvivenza degli abitanti di questa municipalità difficile e incerta. In tali condizioni la Tavola, in stretto rapporto con le autorità locali, ha individuato nella Biblioteca Popolare di Kursumlija, con i suoi 25.000 libri, l’unica istituzione culturale della città al servizio di un’utenza di circa 15.000 beneficiari fra i quali oltre 4.000 alunni e studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Per tutti questi motivi la Tavola con i contributi finanziari del Comune di Pontedera, dell’Istituzione Centro Nord Sud e della Regione Toscana ha aiutato la biblioteca a dotarsi di adeguate strutture informatiche, facilitando anche la formazione professionale degli addetti. Ma ciò non poteva bastare. Occorreva fornire la Biblioteca di locali adeguati. Da troppo tempo ormai l’amministrazione locale aveva approntato i progetti per la costruzione della nuova struttura in cui ospitare la biblioteca, ma la povertà e i grandi problema sociali in cui si dibatteva non gli avevano mai consentito di realizzare questo progetto da sola. A questo punto il Comune di Pontedera, sotto la spinta della Tavola, ha stipulato con il Comune di Kursumlija una convenzione in base alla quale ha messo a disposizione un contributo finanziario che, col sostegno dell’Istituzione Centro Nord Sud e della Regione Toscana, ha consentito di realizzare il “sogno” e, nelle prossime settimane, la Municipalità  di Kursumlija potrà finalmente inaugurare la nuova sede bibliotecaria. La Biblioteca di Kursumlija potrà, così, incrementare e gestire nel modo migliore il proprio patrimonio culturale e potrà continuare a svolgere, anche nelle difficili condizioni sociali in cui vive, quel ruolo di motore educativo e sociale che può aiutare la popolazione di quella vasta municipalità a sollevarsi dallo stato di sottosviluppo e depressione a cui pareva essere definitivamente condannata. 

Le scuole 
Fin dalla sua costituzione la Tavola ha tenuto relazioni di collaborazione con gruppi di insegnanti delle scuole medie superiori per individuare programmi e percorsi didattici finalizzati alla formazione dei giovani secondo la cultura della pace. A questo scopo sono stati realizzati appositi seminari di aggiornamento per insegnanti e laboratori con le classi, con l’intervento di esperti e formatori esterni.
Anno per anno, poi, agli studenti delle scuole medie superiori è stato proposto un percorso di approfondimento su un tema, già oggetto di riflessione durante le iniziative rivolte agli insegnati. A questo proposito, per rendere più attivi e partecipi gli studenti sono stati indetti dei concorsi che li ha impegnati  nella produzione di opere di ricerca e di elaborazione critica.  Significativi i titoli dei concorsi realizzati finora: 
per l’a. s. 2002-3 Il futuro del pianeta: Aria, acqua, ambiente per la vita e per la pace. 
per l’a. s. 2003-4 L’Europa e il mondo: ruolo e responsabilità dell’Europa per un mondo di pace. 
per l’a. s. 2004-5 Pubblicità etica: dai prodotti ai valori.
Alla fine  di ogni anno scolastico, con la proclamazione dei risultati delle attività e dei concorsi, gli studenti hanno potuto incontrare e confrontarsi con studuiosi e personalità come Ngindu Kalala, Alex Zanotelli, Riccardo Petrella, Giulietto Chiesa, Marco Grollo. Inoltre gli studenti vincitori dei concorsi hanno potuto partecipare ad alcuni meeting nazionali, come quello di Rovereto, e internazionali come le assemblee dell’ “ONU dei giovani” organizzati ogni due anni dal Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace.
Una particolare attenzione merita l’attività didattica svolta sotto la guida del dr. Marco Grollo, responsabile dei Servizi Educativi e Formativi del Comune di Aviano, nonché consulente in  Progettazioni Educative sui media, membro della segreteria nazionale di Megachip. Il dott. Grollo è stato preziosissimo per la preparazione dell’ultimo concorso che ha affrontato le questioni dell’informazione e della comunicazione, quale terreno decisivo per le relazioni democratiche delle società moderne. Il campo di indagine si è focalizzato su “l’analisi critica del linguaggio televisivo e dei media in generale”  per la formazione di insegnanti e studenti, e su “gli effetti sociali dei media”nella formazione dei genitori. Tutto il lavoro didattico svolto è stato ben documentato sul n. 1-2005 della rivista fare form@zione edita dal Centro di Documentazione Didattica Gianni Rodari.  

Le istituzioni locali e la rete della società civile
Nel corso dei suoi cinque anni di attività la Tavola è divenuta punto di riferimento per tutti gli Enti Locali di un territorio che va da Pisa a San Miniato, geograficamente denominato come Valdera, intervenendo in sostegno delle iniziative organizzate dai Comuni oppure coordinando una serie di iniziative di mobilitazione popolare, si pensi ad esempio alla partecipazione in massa alle manifestazioni contro la guerra di Roma o alla marcia della pace da Perugia ad Assisi.
Sono state anche promosse manifestazioni locali per la pace come la grande fiaccolata di Peccioli il 22 febbraio 2003, prima dell’attacco americano contro l’Iraq, o ancora la “marcia delle colline” promossa ogni anno nel mese di maggio dal Gruppo Operatori di Pace di Perignano.
Incontri pubblici sono stati organizzati con tanti testimoni di Pace. Il lungo elenco è fatto di nomi come: Vule Zuric, Ngindu Kalala,  Jean Leonard Touadi, Eugenio Meandri, Ugo Biggeri, Alex Zanotelli, Riccardo Petrella, Giulietto Chiesa, Tom Benetollo, Lidia Menapace,  Adel Jabbar, Raniero La Valle, Teresa Mattei, Bruno Segre, Babakar Djop. Tra questi memorabile l’ incontro con Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, e con Tom Benetollo, compianto presidente nazionale dell’ ARCI, sul temaAffinché l’Europa Unita sia protagonista di pace.

Dobbiamo, inoltre, evocare le numerose manifestazioni pubbliche realizzate “occupando” le strade e le piazze del centro di Pontedera, le campagne di raccolta fondi per l’emergenza Palestina, le iniziative contro tutti i muri dell’ingiustizia e dell’hapartheid, o infine l’organizzazione di raccolta firme per petizioni indirizzate a salvare persone condannate a morte. Un’altra attività che ha impegnato molto la Tavola è stata la campagna per le adozioni a distanza di ex bambini-soldato della Sierra Leone, in collaborazione con il vescovo di Makeni mons. Buiguzzi.
Si ricordano anche iniziative di sensibilizzazione come la diffusione, la raccolta e la spedizione al Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi di centinaia di cartoline contro la guerra, scritte o dipinte dai ragazzi delle scuole della Valdera. Infine numerose sono state le iniziative in difesa della democrazia e della Costituzione, e quelle a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per la “ripubblicizzazione” dell’acqua.
 
Le Conferenze sulle condizioni dei popoli dell’Africa
Una questione su cui ci siamo soffermati più volte nei primi tre anni di attività è stata quella delle condizioni del continente Africa. Il rapporto fra l’usurpazione delle ricchezze naturali e le condizioni di estrema povertà dei popoli, il propagarsi delle grandi epidemie, le guerre indotte dalle multinazionali per l’accaparramento delle risorse, l’orrore per i massacri di intere popolazioni, il continuo aumento del fenomeno delle migrazioni dall’Africa verso l’Europa, che sta assumendo dimensioni bibliche, tutti questi fatti hanno costretto una parte dell’opinione pubblica europea e mondiale a preoccuparsi di ciò che succede in Africa. La Tavola ha organizzato sull’argomento seminari con insegnanti, percorsi educativi con gli studenti delle scuole di Pontedera e una serie di conferenze pubbliche con l’intervento di esperti e testimoni di valore come Massimo Toschi, p. Mario Guerra, Ngindu Kalala, Daniele Scaglione, Eugenio Melandri, Graziano Zoni, Jean Leonard Touadì, p. Karuta Wenceslass, Mameli Biasin, mons. Giorgio Biguzzi, p. Alex Zanotelli. 
Questi i temi trattati: Le guerre della regione dei Grandi Laghi; L’esilio del popolo Saharawi profugo da più di 25 anni nel deserto algerino; Il commercio delle armi e i bambini soldato nelle guerre africane; Gli ex bambini soldato in Sierra Leone; Dall’economia dell’Ingiustizia alla Globalizzazione dal Bass; Sulle strade dei poveri contro l’impero del denaro.
L’incontro con padre Alex Zanotelli, è stato decisivo per il percorso della  Tavola nel maturare la scelta della nonviolenza attiva, diventando il principale mentore delle nostre iniziative, fino a quella dell’11 settembre 2006 per la celebrazione del centenario della nascita del Satyāgraha di Gandhi.
Il 25 maggio 2002 al palazzetto dello sport di Pontedera c’erano mille persone, in maggioranza giovani, ad ascoltare Alex Zanotelli, che parlò con la forza che gli deriva dalla bruciante esperienza di missionario vissuto per più di dieci anni in una baracca della discarica di Korogocho in Kenia, povero fra i miserabili “nei bassifondi della storia”. Il suo intervento, che era stato annunciato con il titolo“sulle strade dei poveri contro l’impero del denaro”, realizzò per noi, in maniera viva e documentata, il compendio del percorso culturale che avevamo sviluppato fino a quel momento sulle condizioni dell’Africa. Zanotelli accompagnò quelle riflessioni con la denuncia severa, dati alla mano, contro quegli stati, primo fra tutti gli Stati Uniti, che investono immense risorse nella fabbricazione e nel commercio delle armi anziché per alleviare le sofferenze dei poveri sfruttati del mondo. Qui ci limitiamo a citare solo alcune frasi che vanno al fondo della coscienza umana: Tutta l’Africa vive in una situazione drammatica. Il grido dei poveri, insieme a quello della terra, altrettanto malata e ferita, si fa sempre più lancinante. Grido dei poveri, grido della terra! È questo il crimine maggiore dell’umanità, è questo il grande peccato. È la logica dell’ Homo Homini lupus: siamo lupi gli uni degli altri. Abbiamo sacrificato al nuovo Moloch del denaro milioni di esseri umani. Perché abbiamo dato priorità alla merce, al mercato, non alle persone, non alla vita.
È con questa consapevolezza che nel settembre scorso la Tavola, con il sostegno finanziario del Comune di Pontedera, ha reso possibile la partecipazione all’Assemblea dell’ONU dei Popoli a Perugia di Babacar Diop, esponente senegalese del segretariato panafricano, incaricato dell’organizzazione del F.S.M. di Nairobi. Con la stessa sensibilità il Comune di Pontedera ha promosso un importante progetto di sviluppo rurale nella Municipalità di Kombol in Senegal, con cui il Comune di Pontedera ha in corso un gemellaggio. 
È con queste motivazioni che la Tavola parteciperà, anche a nome del Comune di Pontedera, al Forum Sociale di Nairobi, nell’ambito della delegazione promossa dal Coordinamento Toscano Enti Locali per la Pace e dall’A.N.C.I della Toscana. 

L’acqua è la vita, bene comune dell’umanità
Altra tappa importante è stato l’incontro con Riccardo Petrella, promotore del movimento del Contratto Mondiale per l’Acqua Bene Comune dell’Umanità, un’amicizia cementata durante la partecipazione della Tavola al Social forum di Porto Alegre del 2003.
Il 31 marzo 2003 Petrella arrivò a Pontedera,  incontrando al mattino gli studenti delle scuole medie superiori e la sera gli amministratori e la popolazione del territorio. Gli interventi di Petrella hanno consentito di porre all’attenzione la grande questione dell’acqua potabile, bene comune indispensabile per la vita dell’umanità, la cui disponibilità sul pianeta tende a ridursi ogni giorno di più a tal punto che in  diverse parti del mondo oltre un miliardo di persone non dispone di acqua potabile e da ciò deriva la morte di ventiquattro milioni di persone all’anno per sete, per fame e per le malattie derivate dal bere acqua non potabile. I ragazzi delle scuole avevano lavorato durante tutto l’anno scolastico proprio sui temi dell’ambiente e si erano preparati all’incontro con Riccardo Petrella con elaborati e ricerche attraverso cui hanno preso consapevolezza del fatto che, a fronte della progressiva scarsità di acqua, è in atto una folle tendenza allo spreco da parte di industrie e di cittadini incoscienti, mentre in varie parti del pianeta non si esita a vendere le riserve di acqua potabile del proprio paese a società private multinazionali, privando i cittadini di un diritto naturale fondamentale per la vita. Petrella ha ribadito con forza che la questione della gestione pubblica dei servizi idrici è di estrema attualità anche nella realtà italiana, dove la logica del profitto delle società private può portare al progressivo innalzamento del prezzo dell’acqua potabile fino al punto che le fasce più povere potrebbero in futuro avere difficoltà a comprarla per la propria sopravvivenza.

La Tavola e il Forum Sociale Mondiale
Fin dalle sue prime iniziative la Tavola ha voluto sviluppare i propri programmi collocandosi al fianco dei movimenti che negli anni novanta si sono posti come nuovo soggetto politico che contesta in modo nonviolento i programmi di dominio delle multinazionali finanziarie e industriali, che negli ultimi decenni hanno imposto politiche economiche e militari che hanno accresciuto la violenza strutturale a livello mondiale.
 Sotto accusa sono anche le responsabilità dei governi dei Paesi più ricchi del mondo, quelli che fanno parte del G8 che, per conto delle multinazionali, impongono politiche di sfruttamento attraverso il controllo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, o attraverso le regole del commercio internazionale (W.T.O.).
Dalla storica contestazione del W.T.O./O.M.C. a Seattle (USA) nei giorni tra il  30 novembre e il 3 dicembre 1999, i movimenti della società civile di tutto il mondo non hanno perso più alcun appuntamento delle riunioni del G8 (ricordiamo per tutti le drammatiche giornate di Genova del luglio 2001) e del W.T.O. per opporsi alla prepotenza dei Paesi ricchi e alle guerre che hanno scatenato in varie parti del mondo allo scopo di mantenere o di acquisire nuovi privilegi. 
Ma, per contrastare l’azione devastante del liberismo, la Società Civile di tutto il mondo non ha limitato le sue mobilitazioni subordinandole al calendario delle agenzie del capitalismo mondiale. Essa ha costruito autonomamente la propria agenda, dandosi grandi appuntamenti, in cui tutti i movimenti del mondo possano ritrovarsi per analizzare la situazione mondiale e per elaborare proposte e programmi da presentare ai cittadini di tutto il mondo e ai loro governi per costruire insieme un mondo più giusto e sicuro, liberato dai rischi delle violenze e delle guerre, secondo il motto: Un altro mondo è possibile. 
Questo slogan è stato assunto fin dal primo Forum Sociale Mondiale (F.S.M.) in Porto Alegre, come programma e come obiettivo generale, a cui finalizzare ogni iniziativa, ogni movimento, ogni obiettivo locale o globale. Esso riassume in sé ed esprime al tempo stesso l’energia positiva di un sogno, di una speranza, e la forza dell’impegno comune di donne e di uomini di tutto il mondo. 
Secondo questa ampio orizzonte Glo-cale, delegazioni della Tavola hanno partecipato alle due edizioni del 2003 e del 2005 del Forum Sociale Mondiale in Porto Alegre, interagendo con le diverse realtà mondiali e riportando in Italia l’esperienza maturata negli incontri internazionali.
Così nell’edizione del gennaio 2003, cui parteciparono oltre a Pietro Pertici, anche Anna Rosa Volante di Arciragazzi e Renzo Maffei, indirizzammo la nostra attenzione soprattutto ai conflitti e alle lotte che in varie parti di mondo si stavano conducendo per difendere il diritto all’acqua. Richiamo qui un solo esempio per tutti: le drammatiche testimonianze della lotta presentate dai rappresentanti del popolo di Cochabamba in Bolivia, dove gli indigeni hanno recentemente raggiunto una emblematica vittoria impedendo al proprio governo di mettere in atto la vendita dell’acqua potabile del sottosuolo alle multinazionali, che l’avrebbero prelevata per venderla in altre parti del mondo. 

La storia segue ne "La scelta della non violenza"